Istruzioni per vincere, un incontro casuale che ha acceso una miccia
C’è un momento nella vita in cui ci si guarda allo specchio e si sente che serve una scossa. A me è successo in un periodo in cui non ero al massimo della forma fisica. Non avevo voglia di palestra e cercavo qualcosa che mi rimettesse in movimento, ma con passione.
In quel momento, come spesso accade, entro in libreria. Giro tra gli scaffali e mi ritrovo davanti a “Istruzioni per vincere” di Livio Sgarbi. La copertina mi attira, il titolo mi incuriosisce. Inizio a sfogliarlo. La prefazione è firmata da Carlo Ancelotti, uno dei migliori allenatori di calcio di sempre. Questo dettaglio, da amante dello sport e del calcio, mi colpisce subito.
Non era un libro sul tennis, né una guida allo sport in senso stretto. Era un libro sulla vita, sul lavoro, sulla performance, sul crescere superando i propri limiti. Ma è proprio da quelle pagine che nasce la mia scelta: iniziare a giocare a tennis.
Il legame con il tennis e con mia madre
Curiosamente, mia madre ha sempre giocato a tennis per passione, una o due volte a settimana. Fin da piccolo mi aveva suggerito di provare, ma la mia testa e i miei piedi erano nel calcio. Tuttavia, dopo aver letto il libro, qualcosa è cambiato. Era come se un seme, piantato anni prima, fosse finalmente germogliato.
Così ho iniziato a giocare. Ma non mi sono fermato lì: ho deciso di conoscere di persona Livio Sgarbi e fare con lui dei percorsi di coaching individuale. Non è stato facile, ho incontrato resistenze e ostacoli, ma la mia determinazione ha avuto la meglio. Oggi posso dire che quella che era una collaborazione professionale è diventata una vera amicizia.
Il coaching oltre lo sport
Il percorso con Livio Sgarbi è partito dal tennis, ma ben presto ha toccato anche altri aspetti fondamentali della mia vita: il lavoro, le decisioni personali, le emozioni.
Un episodio mi è rimasto nel cuore: in un periodo delicato in cui mia madre stava affrontando gravi problemi di salute, Livio mi ha consigliato una persona della sua azienda per prendersi cura di lei. Il lavoro che ha fatto è stato incredibile, è riuscita organizzare e guidare un intero team di specialisti partendo da 0. L’ho ringraziata anche nel mio libro Attraversare i muri, perché ha fatto la differenza in un momento cruciale.
Oggi, il rapporto con Livio è diventato uno scambio continuo di valore. Lui continua ad aiutarmi a restare centrato sui miei obiettivi attraverso il suo metodo, e io condivido con lui esperienze, strategie e idee legate al mondo del business e degli investimenti. È una di quelle relazioni vere, fondate su valori condivisi, non solo su competenze.
Lezioni che lasciano il segno
Tra i tanti insegnamenti che mi porto dietro da Livio e dal suo libro “Istruzioni per vincere”, ce ne sono alcuni che sento davvero miei.
Uno su tutti è questo:
“Le sconfitte non vanno dimenticate, vanno comprese.”
Non è facile. Gli errori, i momenti in cui falliamo, spesso ci bloccano, ci paralizzano. Invece Livio mi ha insegnato a guardare in faccia la sconfitta, ad accettarla, ad analizzarla con lucidità e usarla come base per fare meglio alla prossima occasione.
Con lui ho imparato che ripetere, rifare, riprovare è l’unico modo per crescere. La ripetizione consapevole è stato uno degli strumenti più potenti del nostro percorso.
Un libro può cambiarti la vita
Leggendo “Istruzioni per vincere” ho ritrovato anche alcuni insegnamenti di Anthony Robbins, una figura che da anni ammiro. Entrambi lavorano sul potenziale umano, sull’energia mentale, sul trasformare le emozioni in carburante.
Con Livio, però, tutto diventa molto pratico e personale. C’è un’umanità concreta, che unisce motivazione e introspezione. Il suo metodo mi ha aiutato a non disperdere energia, a incanalarla verso obiettivi chiari, sostenibili e profondamente legati alla mia identità.
Non tutti i libri che leggi ti cambiano la vita, ma alcuni sì. “Istruzioni per vincere” è uno di questi. Non solo perché mi ha spinto a fare sport in un momento in cui ne avevo bisogno, ma perché ha segnato l’inizio di un percorso profondo: quello verso una versione più consapevole, resiliente e autentica di me stesso.
E alla fine, forse vincere non è altro che questo: essere fedeli a sé stessi, imparare dagli errori e continuare a muoversi verso ciò che ci fa stare bene.